Libretto postale intestato a un familiare: cosa succede in caso di decesso

Quando viene a mancare una persona intestataria di un libretto postale, la gestione delle somme e dello strumento cambia radicalmente, sia sotto il profilo bancario sia per gli aspetti successori e fiscali. Questo tema è di particolare rilevanza, poiché il libretto postale rimane uno dei prodotti di risparmio più adottati dalle famiglie italiane proprio per la sua affidabilità e facilità di utilizzo. È quindi fondamentale comprendere cosa accade alle somme depositate e quali sono gli obblighi e le procedure che i familiari devono assolvere dopo il decesso del titolare.

Blocco del libretto postale e comunicazione del decesso

Alla morte dell’intestatario, il libretto postale viene immediatamente bloccato da Poste Italiane. Questo avviene a tutela degli eredi e per impedire movimenti non legittimi sulle somme depositate. La banca postale dispone questo blocco non appena viene informata del decesso attraverso una comunicazione formale accompagnata da documentazione ufficiale, quali il certificato di morte e, se richiesto, la copia di un documento d’identità del defunto e degli eredi.

Il blocco impedisce qualsiasi prelievo, versamento o altra operazione sul libretto sino a completamento della procedura di successione. Se il libretto risulta cointestato a più persone, viene comunque bloccato nella sua interezza. In tal caso è di vitale importanza che gli altri cointestatari segnalino formalmente il decesso al Poste Italiane per avviare la pratica di successione e proteggere i diritti di tutti gli aventi causa. Secondo quanto previsto dal regolamento vigente, il cointestatario superstite non può legittimamente prelevare o svuotare l’intero saldo del libretto e deve attendere il termine delle pratiche successorie prima di poter accedere alla propria quota.

La procedura di successione: documenti e tempistiche

Per sbloccare il libretto postale dopo il decesso dell’intestatario, gli eredi devono intraprendere la procedura di successione. Questa inizia con la presentazione della dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate e la successiva esibizione della documentazione presso Poste Italiane, che può comprendere:

  • certificato di morte del titolare del libretto;
  • dichiarazione sostitutiva di atto notorio che attesti la qualità di erede e l’eventuale presenza di altri eredi;
  • dichiarazione di successione registrata presso l’Agenzia delle Entrate;
  • documenti di identità e codice fiscale degli eredi;
  • recapiti per le future comunicazioni.

Solo dopo la verifica della documentazione e l’eventuale pagamento delle imposte di successione, Poste Italiane sblocca il libretto. A questo punto, gli eredi possono richiedere la liquidazione delle somme presenti secondo le quote spettanti per legge o per volontà testamentaria.

Diritti degli eredi e suddivisione delle somme

Le somme presenti sul libretto postale al momento del decesso ricadono nella massa ereditaria. Quindi, spettano a tutti i legittimi eredi – in linea di massima coniuge, figli o eventuali altri soggetti indicati in testamento – che devono essere individuati tramite la dichiarazione sostitutiva di atto notorio.

È importante sottolineare che:

  • In assenza di testamento, le somme sono ripartite secondo le regole della successione legittima previste dal codice civile italiano;
  • Se esiste un testamento, saranno rispettate le disposizioni in esso contenute, sempre nel limite delle quote riservate ai legittimari;
  • Eventuali eventi successivi al decesso, come movimenti non autorizzati, potrebbero configurarsi come reato di appropriazione indebita.

Solo una volta conclusa l’istruttoria, ogni erede può ricevere la quota di denaro spettante. In caso di disaccordo tra eredi o di contenziosi, la somma può rimanere depositata sino al completamento delle procedure giudiziarie o extragiudiziali di conciliazione.

Libretto postale cointestato: casi particolari e normativa di riferimento

Se il libretto è cointestato con un familiare o altra persona, la normativa prevede alcune peculiarità rispetto al caso del libretto intestato a un solo titolare. Al decesso di uno dei cointestatari:

  • Il libretto viene bloccato integralmente nelle more della verifica dei diritti successori e della qualifica degli eredi;
  • I cointestatari superstiti non possono prelevare l’intero saldo. Possono, in alcuni casi e con limitazioni, accedere alla quota di propria spettanza relativa alla quota cointestata di ciascuno;
  • La comunicazione del decesso è obbligatoria e il mancato adempimento può determinare responsabilità civili o penali;
  • L’estinzione del libretto avviene solo dopo la definizione della successione e l’individuazione delle quote di spettanza.

La norma di riferimento è l’articolo 6 del regolamento per la sottoscrizione dei libretti postali, che disciplina in modo preciso il blocco e l’esame della documentazione successoria, anche qualora il libretto sia cointestato e con facoltà di firma disgiunta. Questo significa che anche se in vita ogni intestatario poteva operare separatamente, dopo il decesso di uno di loro può agire solo nell’ambito della quota di spettanza e non sull’intero saldo depositato.

In ogni circostanza, le Poste applicano regole rigorose per assicurare la tutela degli interessi degli eredi e la legalità delle operazioni, in ottemperanza non solo alla normativa specifica sui libretti postali ma anche alle disposizioni generali in materia di successione ereditaria e diritto di successione.

L’esperienza testimonia come sia consigliabile per gli eredi informarsi tempestivamente sulle procedure da seguire, così da evitare blocchi prolungati e possibili contestazioni. Un’attenta raccolta dei documenti necessari e la pronta attivazione delle pratiche successorie consente di accedere rapidamente alle somme spettanti e di onorare quanto previsto dalla legge e dagli eventuali desideri del defunto.

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